lunedì 8 dicembre 2014
Noi per l'Expo
Lo spot ufficiale dell'Expo ci ha ispirato........
Cosa c'è intorno a noi
Immagini, insegne
I gusti altrui: dalla Thailandia
Nel mio
paese, in Thailandia, mangiavo soprattutto riso la vapore con carne e verdura.
La prima volta che sono arrivata in Italia mi hanno fatto mangiare gli
spaghetti al pomodoro, che per me avevano un sapore strano. Non mi piacevano
neanche un po’.
Non avevo mai usato le posate, così la prima volta ho usato il cucchiaio per mangiare gli spaghetti e sono caduti tutti nel piatto.
Non avevo mai usato le posate, così la prima volta ho usato il cucchiaio per mangiare gli spaghetti e sono caduti tutti nel piatto.
Ci siamo
fatti tutti una bella risata.
Adesso,
quando facciamo le feste in famiglia,
cucino quasi tutto io perché unisco il cibo italiano con quello thailandese e
piace moltissimo a tutti.
Spesso cucino
il riso al vapore con la zuppa di gamberetti oppure gli spaghetti ai frutti di
mare, con un po’ di peperoncino.
Nong
La spesa di Susy
racconto di classe
Riso, zucca e latte
Ris, zuca e làci
Zucca, latte, riso erano alimenti che non mancavano mai nella cucina delle famiglie lombarde. La zucca gialla, alimento autunnale che si conservava per mesi, è al centro di questo piatto, fra il dolce e la minestra, che unisce il dolce della zucca, il cremoso del latte e il nutrimento del riso.
- 500 g di zucca gialla già pulita
- 1 litro di latte
- 200 g di riso
- Sale
PROCEDIMENTO
1- Pulire e tagliare a dadini la zucca
2- Mettere la zucca in una pentola con il latte
3- Portare ad ebollizione e lasciar cuocere 10 minuti
4- Aggiustare di sale
5- Aggiungere il riso e lasciar andare fino a cottura ultimata
Il sito theitaliantaste.com ha calcolato i valori nutritivi di questo piatto e l'apporto nutritivo della pietanza in relazione al fabbisogno della giornata:
Apporto nutritivo per porzione:
Energia: 374 (kcal) 19 % GDA (*)- 1565 (kJ)
Proteine: 18,1 (g) 24 % GDA
Grassi: 1,2 (g) 2 % GDA
Carboidrati totali: 73,0 (g) 28 % GDA
di cui zuccheri: 25,1 (g) 28 % GDA
Energia: 374 (kcal) 19 % GDA (*)- 1565 (kJ)
Proteine: 18,1 (g) 24 % GDA
Grassi: 1,2 (g) 2 % GDA
Carboidrati totali: 73,0 (g) 28 % GDA
di cui zuccheri: 25,1 (g) 28 % GDA
I vigneti di Busto Arsizio
Nella nostra zona perfino gli uomini primitivi coltivavano vigne
lungo le prime anse del Ticino; in zona ci sono tracce di commerci
con gli Etruschi dai quali gli abitanti della regione impararono ad usare
il vino in riti religiosi.
Anche in età medievale Busto Arsizio era "sempre stata tutta una vigna"; verso metà settembre era comune fare la vendemmia e si ricavavano cesti d'uva di differenti tipologie.
Nel
'500 la sola Busto Arsizio aveva 4.000 pertiche di terreno con molte
viti; nel '600 la coltivazione di viti era i 3/4 della ricchezza di
tutta la provincia di Varese.
Le vigne e i vini di Busto Arsizio vengono ricordate da Carlo Porta e Ugo Foscolo.In età moderna si svilupparono tante tipologie di vini quanti i campanili; sono state trovate tracce sicure della coltivazione di viti a Busto relative al 1569.
Il 20 settembre di ogni anno iniziava la vendemmia che durava qualche settimana.
I ragazzi venivano assuti come raccoglitori d'uva e, come ricompensa, potevano mangiarne a sazietà e riceverne cesti in dono.
L'uva aveva nomi strani (Vespolina,Ughetta, Corbera , Pignolo, Moretto, Schiava, Chiavennesca bianca).
Nei giorni di vendemmia le corti si riempivano di genti e di carri.
Fino al XX
secolo la coltivazione d'uva era molto comune e rappresentava una fonte
importante di lavoro.
L'abbandono delle coltivazioni è stato causato dalla concomitanza di malattie della vite e sviluppo industriale.
A causa di questi due avvenimenti vennero abbandonate le vigne e la viticoltura decadde.
L'allevamento del baco da seta sostituì la viticoltura perchè era più redditizio per le famiglie di contadini. Fu così che la coltivazione di vite scomparve da tutte le città del varesotto.
Nel 2005 però, dopo un secolo di abbandono di questa attività, un decreto riconosce l'indicazione geografica tipica(igt) dei vini Ronchi varesini. Tra i teritori riconoscsiuti dall'igt c'è anche il comune di Busto Arsizio.
Certamente oggi sono più noti i vini del verbano o della zona di Angera, ma è un passo importante per la rinascita della viticoltura nella nostra zona, finora rammentata solo....
in una rotonda!!!
SITOGRAFIA:
http://www.viestoriche.net/indexold-r/vin-redaelli.html
it.wikipedia.org/wiki/Bustese
http://www.agraria.org/vini/ronchi-varesini-igt.htm
http://www.bustocco.com/storia_vigna.htm
Anche in età medievale Busto Arsizio era "sempre stata tutta una vigna"; verso metà settembre era comune fare la vendemmia e si ricavavano cesti d'uva di differenti tipologie.
La viticoltura medioevale |
Le vigne e i vini di Busto Arsizio vengono ricordate da Carlo Porta e Ugo Foscolo.In età moderna si svilupparono tante tipologie di vini quanti i campanili; sono state trovate tracce sicure della coltivazione di viti a Busto relative al 1569.
Il 20 settembre di ogni anno iniziava la vendemmia che durava qualche settimana.
I ragazzi venivano assuti come raccoglitori d'uva e, come ricompensa, potevano mangiarne a sazietà e riceverne cesti in dono.
Incisione di A. Tempesta (1599 |
L'uva aveva nomi strani (Vespolina,Ughetta, Corbera , Pignolo, Moretto, Schiava, Chiavennesca bianca).
Nei giorni di vendemmia le corti si riempivano di genti e di carri.
I vigneti di Angera, cantati dal Porta. Immagine tratta da viestoriche.net |
L'abbandono delle coltivazioni è stato causato dalla concomitanza di malattie della vite e sviluppo industriale.
A causa di questi due avvenimenti vennero abbandonate le vigne e la viticoltura decadde.
L'allevamento del baco da seta sostituì la viticoltura perchè era più redditizio per le famiglie di contadini. Fu così che la coltivazione di vite scomparve da tutte le città del varesotto.
Nel 2005 però, dopo un secolo di abbandono di questa attività, un decreto riconosce l'indicazione geografica tipica(igt) dei vini Ronchi varesini. Tra i teritori riconoscsiuti dall'igt c'è anche il comune di Busto Arsizio.
Certamente oggi sono più noti i vini del verbano o della zona di Angera, ma è un passo importante per la rinascita della viticoltura nella nostra zona, finora rammentata solo....
in una rotonda!!!
SITOGRAFIA:
http://www.viestoriche.net/indexold-r/vin-redaelli.html
it.wikipedia.org/wiki/Bustese
http://www.agraria.org/vini/ronchi-varesini-igt.htm
http://www.bustocco.com/storia_vigna.htm
Iscriviti a:
Post (Atom)